domenica 27 marzo 2022

 I medici di Medicina Generale lombardi hanno manifestato in piazza


Ieri per chi fa il mio mestiere è stata una bella giornata: in circa 500 colleghi (mi sono occupato personalmente di raccogliere le adesioni) ci siamo ritrovati in piazza Duca d'Aosta a Milano a manifestare contro la scarsa considerazione delle istituzioni verso il nostro lavoro, sempre più falcidiato da compiti amministrativo-burocratici; a mettere in guardia i cittadini contro gli effetti della carenza di Medici di Famiglia; nel tentativo disperato di difendere il nostro Servizio Sanitario Nazionale ancora forse per poco pubblico e bellissimo.

In questi due anni di pandemia, mentre svariati reparti ospedalieri chiudevano, io, come la maggioranza dei Medici di Famiglia, ho fatto del mio meglio per curare i molti pazienti affetti da Covid-19, senza per questo abbandonare i pazienti cronici, gli oncologici, i pazienti con problematiche acute. Ho tentato di sopperire anche alla chiusura di molteplici uffici pubblici (ATS, INAIL, INPS) e su molti aspetti ho dovuto fare le veci di dipartimenti di igiene e sanità pubblica inadeguati e inadempienti. Ho accettato di ampliare la reperibilità telefonica. A fronte di questo maggior impegno, io e i miei colleghi non abbiamo chiesto un maggior riconoscimento economico, ma nemmeno ci aspettavamo di venire definiti: "inefficienti", "irreperibili", "inaffidabili", "individualisti", "inappropriati"... in sostanza nullafacenti! (parole di Letizia Moratti, assessore regionale al Welfare).

Nel contempo, il carico burocratico, già pressante prima della pandemia, è diventato un fardello insopportabile e alienante che interferisce e sottrae tempo ed energie alla cura del paziente. A questo proposito è utile ricordare che l'approccio della Medicina Generale è diverso da quello specialistico, essendo caratterizzato da una visione di insieme, da un approccio fondato sulla prevenzione, dalla conoscenza del paziente, da un rapporto di fiducia che si coltiva giorno per giorno... Un Medico di Famiglia vivace può fare una grande differenza nella salute dei suoi pazienti e come concludeva un importante studio scientifico di qualche anno fa può essere il medico che ti salva la vita. Al contrario, un medico logorato può fare grossi danni.

La famigerata affermazione pronunciata il 24 agosto 2019 da Giancarlo Giorgetti: "nei prossimi cinque anni mancheranno 45 mila medici di base, ma chi va più dal medico di base? senza offesa per i professionisti qui presenti. Nel mio piccolo paese vanno a farsi fare la ricetta medica, ma chi ha meno di 50 anni va su internet e cerca lo specialista. Il mondo in cui ci si fidava del medico è finito" non era un'arrogante fanfaronata di un incompetente, ma un esplicito, deciso e consapevole attacco alla Medicina Generale, una aggressione alla Sanità Pubblica, come già se ne sono registrate molte in Lombardia e sotto i colpi delle quali il SSN sta infine vacillando.

Le liste d'attesa chilometriche, i privilegi concessi a poliambulatori e ospedali privati, lo smantellamento dei distretti, la programmata carenza dei medici, la concorrenza sleale delle assicurazioni, il depauperamento dell'assistenza territoriale... sono solo alcune delle politiche volte a dare in pasto il nostro Servizio Sanitario Nazionale ai privati. E sono molto concreti i rischi che anche la riforma prossima ventura vada in questa direzione.


Per riassumere, sabato 26 marzo io e altri 500 Medici di Famiglia lombardi manifestavamo per dire SI 

- alla figura centrale del medico di famiglia, come professionista pubblico con un ruolo fondamentale nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura del paziente.


ed esprimere i NO

- alla burocrazia che porta via moltissimo tempo per le visite.

- alla campagna denigratoria, di parte della stampa e persino del vicepresidente regionale e assessore al Welfare Letizia Moratti, che dichiara un nostro impegno lavorativo di solo poche ore alla settimana.  


Abbiamo inoltre ribadito che:

- entro 5 anni il 40% dei cittadini sarà senza medico di fiducia e sarà costretto a ricorrere a prestazioni private pagando di tasca propria.

- Regione Lombardia ha approvato una riforma che si occuperà solo di edificare sul territorio strutture ambulatoriali, senza pensare a risolvere il vero problema della medicina territoriale che è la carenza di medici, promuovendo in sostanza la privatizzazione del SSN. 


Quella che ci attende è una battaglia molto complicata contro amministratori miopi e smaliziati. Noi medici abbiamo bisogno di far conoscere all'opinione pubblica quanto sta accadendo ed è per questo che è fondamentale che ogni paziente prenda coscienza della posta in palio, nell'interesse di tutti noi. 

Restate vigili e sintonizzati!










Molti giornali hanno parlato di noi:

Corriere della Sera

Repubblica

Il Giorno

Ansa

Milano Today



Nessun commento:

Posta un commento