PiC - Come funziona

Entro l'autunno, oltre 3,3 milioni di pazienti cronici lombardi, coloro cioè che sono affetti da una delle 65 patologie croniche individuate dalla regione (ipertensione, diabete, bronchite cronica, cardiopatia, ecc.), riceveranno una lettera che li inviterà a scegliere un gestore del proprio percorso di cura.
L'adesione alla presa in carico (PiC), in forza del principio di libera scelta, è facoltativa e non obbligatoria ed è, tuttavia, vincolante per un anno. L'inizio del percorso è previsto per il 1 gennaio 2018.

Il gestore potrà essere una struttura sanitaria pubblica o privata, oppure il proprio medico di famiglia, ma solo se deciderà di candidarsi, iscrivendosi a una cooperativa.

Il gestore sarà il responsabile della PiC del paziente e dovrà eseguire i seguenti compiti:
- redigere il piano assistenziale individuale (PAI);
- convocare i pazienti per l'arruolamento mediante la sottoscrizione del patto di cura (nei primi mesi dell'anno);
- prescrivere gli accertamenti alle scadenze previste dal PAI;
- prenotare le prestazioni ai pazienti presso centri erogatori con i quali ha preventivamente preso accordi;
- accertarsi, anche mediante contatti telefonici, che il paziente si sia sottoposto ai controlli indicati;
- registrare gli esami eseguiti;
- annotare le precedenti azioni sui relativi moduli della piattaforma informatica regionale.

Gli enti gestori, che potranno "gestire" fino ad un massimo di 200.000 pazienti cronici, dovranno garantire, insieme agli erogatori, tutte le prestazioni previste dal PAI.


Il paziente che stipulerà il patto di cura con un ente gestore dovrà, per minimo un anno, sottostare alle indicazioni di quest'ultimo per quanto riguarda la cadenza dei controlli, il luogo e le modalità di esecuzione degli esami.
Non potrà rivolgersi ad altre strutture. Manterrà il rapporto col proprio medico curante, sebbene quest'ultimo, nel caso non fosse lui stesso il gestore, non potrà facilmente modificare le scelte diagnostico-terapeutiche del gestore.

Il paziente che deciderà di non aderire alla PiC, continuerà ad eseguire i controlli per la sua patologia cronica secondo le modalità prescritte dal medico di famiglia e/o dallo specialista di fiducia, nelle strutture che preferisce. Il medico curante si comporterà con lui nello stesso modo attuale e, in particolare, per la cura della sua patologia si avvarrà dei percorsi diagnostico-terapeutici (PDT) e delle linee guida validati, oltreché del proprio giudizio clinico ritagliato sulle sue specificità di paziente e persona.