Tecnicamente, si tratta quindi di una diagnosi precoce e non della prevenzione dell'insorgenza della malattia.
In Italia, lo screening mammografico è organizzato per tutte le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e la frequenza consigliata è di un controllo mammografico ogni 2 anni. In questa fascia di età, il tumore al seno è più frequente e la mammografia più efficace (recentemente, si sta valutando di estendere lo screening a una fascia più allargata: dai 45 ai 74 anni).
Per le altre fasce d'età, ad eccezione di alcune particolari popolazioni di donne (per es. donne con familiarità per tumore mammario), i vantaggi dello screening in termine di riduzione di mortalità non sono stati dimostrati, essendo peraltro smentiti da alcune autorevoli istituzioni.
Prima di affidarsi a convinzioni personali, consigli di amiche o suggerimenti di ginecologi più o meno "zelanti", sarebbe utile che la donna sia adeguatamente informata sulle corrette modalità dello screening e sulle complesse implicazioni che un'adesione comporta.
Provo pertanto a fornire alcuni numeri:
- Il tumore al seno è una malattia relativamente frequente: viene diagnosticato a 1 donna su 11 nel corso della vita.
- Tra le donne sotto i 40 anni, soltanto 1 su 250 è colpita dal tumore al seno, in quelle tra 50 e 60 anni, è una donna su 33. Tuttavia, dalla metà degli anni '90, in Europa muoiono meno donne per tumore al seno. Tale riduzione è dovuta in parte a una diagnosi migliore, ma soprattutto a terapie più efficaci.
Il bilancio quantitativo dei benefici e dei rischi della mammografia è riassunto dallo schema sottostante. Come si può notare, per 1000 donne di 50 anni di età che si sottopongono ogni 2 anni alla mammografia e vengono seguite per 30 anni, si evitano 8 decessi dovuti alla malattia. 4 donne però riceveranno una sovradiagnosi e saranno sottoposte a trattamenti inutili.
Qualsiasi donna, più o meno giovane, correttamente informata, che decida di sottoporsi allo screening, è bene che si rivolga a centri per la diagnosi che soddisfino stringenti criteri di qualità* (centri che eseguano almeno 1000 mammografie annue, esame valutato da due radiologi indipendenti, radiologi che leggano almeno 500 mammografie annue, apparecchi sottoposti a periodici controlli di qualità, ecc.)
Sulla base di questi dati, le indicazioni che si possono trarre sono le seguenti:
la prevenzione del tumore al seno deve cominciare a partire dai 20 anni con l'autopalpazione eseguita con regolarità ogni mese. Può essere utile proseguire con controlli annuali del seno eseguiti dal medico di famiglia, dal ginecologo o da uno specialista senologo, affiancati alla mammografia biennale dopo i 50 anni (recentemente, in Lombardia, è stato introdotto lo screening tramite mammografia annuale per le donne tra i 45 e i 49 anni) o all'ecografia, ma solo in caso di noduli sospetti o fattori di rischio per tumore mammario, in donne giovani.
Per approfondire è possibile consultare la pagina dedicata allo screening mammografico dell'AIRC o l'opuscolo dell'ente sanità del Canton Ticino.
Alcuni dati dell'Istituto Superiore della Sanità attinenti allo screening mammografico sono riportati qui.
Se si opta per partecipare allo screening mammografico, è fortemente raccomandato aderire a quello qualitativamente strutturato* organizzato dalla Regione.
Per accedere allo screening sono previste due modalità:
- attraverso lettera d'invito personalizzata con appuntamento prefissato;
- attraverso adesione spontanea, contattando il Centro Operativo Screening:
800 940 007 - dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 16.00
screening@ats-milano.it
Il nostro territorio fa riferimento alle radiologie dell'ospedale di Cernusco Sul Naviglio e all'ospedale San Raffaele, centri che rispettano i criteri di qualità e dove due radiologi valuteranno l'esame indipendentemente l'uno dall'altro.
Qui è possibile consultare la pagina web dell'ATS Milano.