domenica 17 gennaio 2021

Può il medico di famiglia somministrare il vaccino anti-Covid19? 

Sì, ma con la dovuta organizzazione

6 febbraio 2021


Il 16 gennaio 2021, ho ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer-BioNTech presso l'ospedale di circolo di Melegnano (il 6 febbraio ho poi ricevuto la seconda dose). Dall'accoglienza in reparto all'inoculo, ho contato 7 operatori: il primo mi ha consegnato il modulo di consenso informato da compilare e da portare in visione al secondo, un medico. Sono poi transitato dal bancone di registrazione dove mi attendevano due amministrativi e infine è stata la volta della stanza della vaccinazione, dove 3 infermieri si occupavano della preparazione delle siringhe e dell'inoculo del vaccino. Il tutto si è concluso con 15 minuti di attesa (30 per i soggetti allergici) in una sala dedicata.

Io, che sono giovane (?!), sano e non ho problemi di salute, tra burocrazia e inoculo, ho impiegato una decina di minuti. Questo tempo si dilata facilmente in caso di pazienti con patologie e anche la fase di svestizione e vestizione di un paziente anziano è sicuramente più lunga dei 10 secondi che ho impiegato io per scoprire il mio braccio sinistro.

Si capisce quindi come sia impensabile lasciare tutto questo lavoro a un solo professionista, seppur abituato a lavorare sul territorio in autonomia.


Io e la maggioranza dei miei colleghi Medici di Famiglia, pur con qualche riserva (disponibilità delle dosi, durata dell'immunità, efficacia contro eventuali ulteriori varianti virali...) crediamo fortemente nel vaccino come possibilità di uscita da questa lunga crisi.

Siamo disponibili a vaccinare i nostri pazienti, lo riteniamo un dovere morale ancor più che un atto utile, ma esigiamo di poter vaccinare in sicurezza (in primis per i pazienti), in spazi adeguati (centro vaccinale di Segrate, spazi comunali attrezzati), con personale di supporto e con alle spalle un'organizzazione logistica e burocratica impeccabile. Vogliamo insomma svolgere il nostro lavoro di medici, lasciando il resto ad altre figure più appropriate.

Senza queste condizioni non è possibile vaccinare per mesi (anni?), dal momento che questa attività andrà a sommarsi ad un carico di lavoro già aumentato e pressante.



Il dott. Vezzoni riceve la prima dose di vaccino Pfizer-BioNTech presso l'ospedale di Melegnano. A 30 ore dall'inoculo sta bene, senza alcun disturbo. Nelle prime 24h ha manifestato un lieve dolore al muscolo deltoide di intensità 1 a riposo in una scala da 1 a 10, che saliva a 3 durante la pressione o per alcuni movimenti del braccio.