mercoledì 29 marzo 2023

In piazza Duomo per la difesa del Servizio Sanitario Nazionale Pubblico


Sabato 1 aprile ero in piazza Duomo insieme ad altre 3000 persone a manifestare per la tutela del Servizio Sanitario Nazionale Pubblico.

Il tema è importante, le cose che non funziono ormai troppe e il pericolo di non potersi più curare universalmente assai concreto. Insomma la cosa è seria... tutto fuorché uno scherzo!


Riporto, in sintesi, i virgolettati dei discorsi di tre dei tanti interventi. Ne consiglio la lettura sperando che pazienti e cittadini prendano realmente coscienza del problema.

Nella mia quotidianità sento tanti pazienti lamentarsi, eppure percepisco poca voglia di cambiamento.

Visto che l'argomento tocca la vita di ogni famiglia, la prossima volta, a manifestare nelle piazze italiane, non dovremo essere migliaia ma milioni.


SILVIO GARATTINI:
(Oncologo, farmacologo, presidente e fondatore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri)

"Il SSN è un grande bene"

"Quando il SSN ancora non esisteva, chi aveva soldi si poteva curare e chi non li aveva peggio per lui"

"Le liste d'attesa nel pubblico sono di mesi se non anni. Eppure, pagando, con le stesse persone, le stesse strutture, le stesse apparecchiature si può avere tutto settimana prossima. E’ una vergogna che dobbiamo assolutamente cambiare. Non possiamo mantenere questa situazione di grande diseguaglianza."

"Il nostro SSN costa poco rispetto alla media europea, soprattutto perché gli stipendi di tutti i sanitari sono almeno il 30% minori."

"I MMG non vogliono partecipare alle case di comunità. E invece queste sono fondamentali. Non è più possibile che un singolo medico possa avere le competenze ...nella medicina di oggi"

"Farmaci: noi spendiamo 22,3 miliardi di euro di farmaci all’anno. Spendiamo 4 miliardi all’anno in integratori che fanno bene a chi li vende, non fanno certamente bene a chi li compra. Dobbiamo rivedere il prontuario terapeutico. E’ dal 1993 che non rivediamo il prontuario terapeutico."

"Le caratteristiche dei farmaci non ci dicono una cosa fondamentale: un nuovo farmaco è meglio o peggio di quelli che già ci sono? Andrebbero fatti confronti tra i farmaci. Se si inseriscono farmaci che non sono meglio di quelli già esistenti, devono scomparire."

"C’è gente che prende 15 farmaci al giorno. Che è una follia! Non ci sono dati scientifici che ci dicono che prendere 15 farmaci è meglio che prenderne 10."

"Abbiamo bisogno di una grande rivoluzione culturale. Dobbiamo cambiare la nostra mentalità. Siamo tutti orientati a curare, e va bene per carità, però dobbiamo sapere che la maggior parte delle malattie non piovono dal cielo, siamo noi che ce le autosomministriamo e poi ci lamentiamo perché arrivano. Molte malattie sono evitabili. Possiamo ridurre le malattie. Per noi, per le nostre famiglie che soffrono, per le risorse economiche del paese.
Quanto più potrebbe fare il SSN con le stesse risorse disponibili!"

"Il mercato della medicina vuole medicalizzare la società in tutti i modi. La prevenzione è in conflitto di interessi con il mercato della medicina."

"E’ il pubblico che deve intervenire, siamo noi che dobbiamo intervenire. Dobbiamo unirci e riusciremo a risolvere i problemi."



VITTORIO AGNOLETTO:
(Medico, conduttore di "37 e 2" su radio Popolare, esperto conoscitore delle dinamiche del SSR)

"Siamo noi che possiamo cambiare la sanità. Sono le gambe e la testa delle donne e  degli uomini che possono difendere il nostro SSN."

"Dal 1978 io penso che non abbiamo mai avuto un periodo così buio nel nostro SSN. Il rischio è che una mattina ci svegliamo e il nostro SSN non c’è più."

"Quanti sanno che negli ultimi 20 anni, noi con i soldi pubblici abbiamo formato 180.000 tra medici e infermieri che poi sono andati all’estero a lavorare."

"Non possiamo accettare di pagare il SSN con le tasse e poi anche pagare le assicurazioni private di quelli che le possono fare perché vengono defiscalizzate."

"Il privato guadagna sulla malattia, il pubblico guadagna sulla prevenzione. Per il privato la prevenzione è un avversario, dobbiamo saperlo. Perché gli sottrae malati e quindi gli sottrae profitti."

Liste d’attesa: "non è vero che cadono dal cielo e non ci si può fare nulla: dipendono solo dalla volontà politica. Dobbiamo avere un centro unico di prenotazione per tutti: pubblico e privato devono mettere a disposizione le loro agende.
I tempi di erogazione forniti da una struttura privata accreditata devono essere gli stessi che tu vada col SSN o che tu vada col privato. Non può essere il portafoglio a decidere chi prima fa una visita, chi deve essere operato, chi sopravvive."

"Non si può dire: “le visite pubbliche non sono disponibili per 7 mesi, però se vieni privatamente con l’intramoenia la visita la fai dopodomani". E’ inaccettabile! Se tu struttura pubblica non sei in grado di rispettare i tempi, sospendi l’intramoenia."

"Al ministro dico: 
1- non si tratta di normare o regolarizzare i medici a gettone. Si tratta di dire che i medici a gettone dentro il SSN non ci devono essere! Ci va di mezzo la qualità dell’assistenza. Aumentano i rischi per i cittadini.
2- quando diciamo che gli stipendi per medici e infermieri sono molto più bassi, noi chiediamo di aumentare gli stipendi, non di liberalizzare nel privato la professione infermieristica.
3- vogliamo le case di comunità. Ma le vogliamo pubbliche. Non possono essere gestite dal privato."



ANDREA MANGIAGALLI:
(Medico di Medicina Generale a Pioltello)

"Sono un MMG, quello che potrebbe essere l’ultimo dei dinosauri, perché purtroppo questo lavoro non lo vuole fare più nessuno dei nostri colleghi giovani.
E’ stato progressivamente svuotato dalla sua capacità clinica, è stato reso un lavoro impiegatizio nella maggior parte dei casi, è stata fatta perdere la dignità ai medici.. 

Per accedere al SSN avete solo due porte: l’ospedale attraverso il Pronto Soccorso o il Medico di Medicina Generale / Pediatra. Se vi chiudono una di queste due porte, e stanno chiudendo quella del MMG, è evidente che vi rimane solo il PS che diventa un girone dantesco, dove la cura non è una cura di prossimità ma una cura di emergenza.

Se i MMG non possono curarvi perché non c’è modo di fare una diagnosi, perché se chiedono un accertamento i tempi sono talmente lunghi per le liste d’attesa, è evidente che facciamo fatica.
Se dobbiamo fare una quantità di carta che nulla ha di clinico perché nel frattempo sono stati chiusi gli uffici pubblici che facevano questo lavoro è evidente che c'è un grosso problema.

In tutti i Paesi in cui la Medicina Generale è forte, la qualità della cura delle persone è decisamente migliore e costa molto meno. Se chiudete l’accesso alla MG, molte persone rapidamente staranno peggio, gli anziani non troveranno una risposta.

Questo bisogna chiedere, e devono chiederlo i cittadini, perché il medico troverà sempre da lavorare, anche fuori dal servizio pubblico, ma il cittadino che non avrà più un medico cosa farà? Dovete pretendere che i MMG e i PLS tornino a fare questo lavoro, altrimenti questo sistema non reggerà più."



Foto di Luca Vezzoni