Una testimonianza sulle ragioni dello sciopero

Martedì 1 marzo 2022

Cari amici,

so che quanto sto per dirvi è davvero poca cosa di fronte alla gravità dei fatti che stanno accadendo così vicino a noi.

Eppure ci tengo a farvi sapere che oggi e domani io e tanti colleghi di Medicina Generale saremo in sciopero.

È la prima volta dopo moltissimi anni. Scioperiamo per le condizioni di lavoro inaccettabili in cui stiamo operando da tanto tempo, soffocati da una burocrazia folle che non ci permette di curare i nostri pazienti al meglio. La pandemia ha mostrato le molte falle di un sistema di medicina del territorio che è fondamentalmente affidato solo alla buona volontà di chi ne fa parte. 

Il che si è tradotto in orari di lavoro insostenibili (intendo anche 70 ore a settimana) con reperibilità no stop 7 su 7. Ma si trattava di un'emergenza e tutti quanti ( in molti, non tutti, d'accordo) ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo fatto quello che c'era da fare. 

Il nostro dovere, per carità, la nostra missione, certamente.

Sentirsi, però, definire, come sempre, la causa di tutti i mali, il buco nero della Sanità, sentirsi raccontare per l'ennesima volta che i medici DIBBASE ci sono ma devono solo lavorare di più e meglio mentre il carico di lavoro burocratico che ci viene richiesto si decuplica togliendo spazio alla clinica vera...

...ecco, questo non si può più sentire.

I medici non ci sono, i pochi che ci sono si guardano bene dal decidere di intraprendere la strada della medicina generale. Chi ha potuto è scappato. Molti bravissimi colleghi di grande esperienza non hanno retto e hanno scelto il prepensionamento. Tanti dei giovani colleghi che avevano accettato incarichi hanno già dato le dimissioni.

È chiaro che in Lombardia la strada è segnata, la direzione verso una sanità privatizzata, con le assicurazioni con il coltello tra i denti, con dottorifici e ricettifici SMART in ogni quartiere, credo sia già ormai irreversibile.

Noi però ci siamo, molto stanchi e molto demotivati ma ci siamo, amiamo il nostro lavoro e ci piacerebbe poterlo fare ancora in maniera dignitosa.

Nessun eroismo, solo dignità.

Questi due giorni di protesta sono un primo piccolo passo.

Vi abbraccio.